venerdì 14 gennaio 2011

Let me get what i want

Molti credono nell'importanza di perseguire i propri obbiettivi, la società contemporanea influenza le scelte e le direttive di vita secondo cui bisognerebbe sceglere la direzione più adatta, in ambito lavorativo, affettivo ed esistenziale. Purtroppo molto spesso l'uomo della metropoli dimentica che ogni nostro  gesto è governato da conseguenzialità e rezioni legate alla casualità .  Chi vive a contatto con la natura, si rende meglio conto di quanto possano essere imprevedibili tali reazioni,  e di quanto possa essere realmente insulsa la vita di un essere umano rispetto all'eternità delle pietre  o all' immobilità degli alberi.  Perdere lo sguardo su ampi orizzonti può aiutare  ad acquisire dinamiche esistenziali proprie di discipline quali il surf o l'alpinismo, coloro che attraverso queste attività dialogano con la natura non fanno programmi, o meglio non dovrebbero farne
Non avrebbe nessun senso programmare che tipo di manovra fare su un'onda o scegliere quale via esatta affrontare per raggiungere una vetta, sono semplici reazioni istantanee in cui si entra a contatto con la parte più vera del proprio essere. Prevedere passo passo azioni e reazioni diventerebbe esclusivamente un gesto atletico che condannerebbe all'oblio il sentimento più importante di queste discipline, ovvero il "sentire". 
Sarebbe bello poter applicare tanta teoria appresa anche nella vita e nelle scelte quotidiane, spesso troppo influenzate da stereotipi  della produttività e della realizzazione.
  Certamente un obbiettivo troppo ambizioso, ma  noi che viviamo con l'amore per questi elementi dovremmo decisamente lasciare che le cose scorrano come è destino che sia.

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